“Una comunità può dividersi sulle idee politiche, ma mai sui pilastri della buona convivenza civile”

Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio ringrazia per le espressioni pubbliche di solidarietà ricevute in questi giorni e mantiene la linea di fermezza

“Le espressioni pubbliche di solidarietà che ci sono state nei giorni scorsi dopo le minacce ricevute da un operaio del porto mi hanno fatto ritrovare serenità e senso di protezione. Ringrazio tutti quelli che hanno voluto stigmatizzare l’accaduto e che stanno contribuendo a ricostruire in questa città un clima costruttivo e sereno”. Così stamattina il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio.
“I partiti del centrosinistra hanno fatto sentire la loro voce in modo nitido e forte. Pd, Sel e Rifondazione Comunista hanno detto parole nettissime, evidenziando come la nostra vicinanza ai lavoratori protagonisti di ogni dolorosa vertenza cittadina non può però tollerare alcuna forma di violenza. Anche il sindacato Cgil, che conosce il nostro lavoro quotidiano per mantenere sempre aperto il dialogo con chi è vittima in questo periodo difficile degli effetti durissimi della crisi economica e sociale, ha voluto però ricordare che è solo la nonviolenza la strada di ogni relazione tra lavoratori e istituzioni. Ringrazio anche Forza Popolare, Rinnovazione, Italia dei Valori e le liste civiche Linea Diritta e Signora Molfetta per la loro vicinanza ribadita sui social network”.
“Ma in modo particolare ringrazio chi, nel centrodestra, ha saputo ricordare alla comunità che una democrazia sana può dividersi sulle idee politiche, ma mai sui pilastri della buona convivenza civile. Antonello Pisani e Pasquale Mancini sono venuti a trovarmi al Comune dopo l’episodio, e il consigliere provinciale e cittadino Saverio Tammacco ha scandito con forza che non è questa la strada della protesta. Un grazie autentico, perché tra molti silenzi per me inspiegabili la voce più seria delle forze moderate ha saputo dare alla città un esempio di solidarietà e coesione istituzionale. Diverso il commento di Mariano Caputo, che sceglie addirittura una linea in cui sarei io la responsabile politica dell’aggressione. Ne prendo atto”.
Il sindaco commenta infine la lettera consegnata dall’operaio a una testata locale.
“La lettera contiene delle scuse, che accetto nella misura in cui esprimono un pentimento autentico. Così come contestualizza una situazione di particolare difficoltà, legata anche alla scomparsa di un affetto caro, rispetto alla quale esprimo vicinanza e comprensione. Però la lettera racconta l’episodio in modo distorto e minimizzato. L’operaio dice di aver solo alzato la voce. Invece, come numerosi testimoni hanno già raccontato agli organi inquirenti, ho ricevuto energiche minacce di percosse e l’operaio è stato fermato con la mano sulla maniglia della mia porta, dove stava cercando di entrare forzosamente, dopo aver superato senza autorizzazione la postazione degli uscieri. Trattandosi del secondo episodio di violenza subito dalla stessa persona, che qualche settimana addietro ha anche avanzato nei confronti della sottoscritta, sempre davanti a testimoni, minacce di morte, valuterò certamente se incontrarlo per una stretta di mano, per alleggerire la tensione che si è creata attorno all’episodio, ma non intendo ritirare la denuncia. Ci tengo, in ultimo, a precisare, di non aver mai fatto promesse né a lui né ai suoi colleghi, anzi di aver sempre evidenziato in ogni incontro con la delegazione che spesso è venuta a trovarmi di non poterne fare alcuna, senza però mai sottrarmi al mio lavoro di mediazione con la ditta Molfetta Newport affinché, quando i lavori sul cantiere riprenderanno per la messa in sicurezza, nelle prossime settimane, la ditta mantenga i livelli occupazionali che esistevano prima del sequestro. Dunque la lettera contiene informazioni distorte e non veritiere e proprio per questo è giusto che siano gli organi preposti a fare luce su quanto accaduto. Dinanzi a ogni tentativo di usare violenza e dinanzi all’abitudine di minacciarla, io credo che le istituzioni cittadine debbano mostrare fermezza. Ci tengo a concludere dicendo che non sopporterei che si facesse di tutta l’erba un fascio e che ho ricevuto in settimana una delegazione di tutti gli altri operai molfettesi impegnati sul cantiere del porto, che hanno preso le distanze dal gesto del collega e con cui il dialogo è sempre aperto e benvenuto”.

Molfetta, 3 febbraio 2014

Condividi

About Author

Condividi