“La buona notizia è che l’ospedale di Molfetta non chiude. La cattiva notizia è che viene classificato come ospedale di base. La nostra paura è che ci sia il rischio di perdere due reparti importanti: urologia e cardiologia e di non dare le dovute certezze al futuro dell’ambulatorio di pediatria. Continueremo la nostra battaglia fino all’ultimo minuto perché questo non accada a partire dalla prossima conferenza dei sindaci della Asl. Comprendiamo le difficoltà del Presidente Michele Emiliano che si trova a gestire tagli importanti ma siamo certi che questo piano si possa ancora migliorare”. Così il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio sintetizza quanto emerge dalla prima presentazione del Piano di riordino della rete ospedaliera avvenuta questa mattina nell’aula magna del Policlinico di Bari alla presenza del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del direttore del dipartimento promozione della salute Giovanni Gorgoni.
“Non sono stati presentati i dati che ci aspettavamo con i dettagli ospedale per ospedale, quindi il contenuto puntuale di questo piano di riordino rimane un mistero. Sono stati però descritti i requisiti degli ospedali di base: 72-80 posti letto (a fronte dei 101 attuali), divisi tra i reparti di ortopedia, chirurgia e medicina, la garanzia dei servizi di pronto soccorso, radiologia, laboratorio, emoteca e anestesia. Andando per deduzione rischiamo di cedere al San Paolo, ospedale a oltre 25 km, la nostra urologia con la sua storia trentennale di efficienza ed esperienza, la cardiologia indispensabile al pre e post operatorio dei reparti che resteranno attivi, nonché a garantire al nostro pronto soccorso un pronto intervento sugli eventi acuti come l’infarto. Un capitolo a parte merita la pediatria. Abbiamo condotto e vinto la battaglia per il potenziamento dell’ambulatorio che la giunta Vendola aveva rafforzato con l’invio di una ulteriore unità medica, e oggi tra Molfetta, Bisceglie e Corato rischiamo di non avere più neanche una unità complessa, con i bambini di un bacino di oltre 150.000 persone che dovranno accontentarsi di 12 posti letto al San Paolo e con i bambini di Molfetta e Giovinazzo che dovranno sopportare il disagio di sostenere le loro cure fuori città anche per una semplice spirometria, per i prelievi del sangue e per l’assistenza primaria. Su questo punto abbiamo una proposta. Se non riusciamo a mantenere l’ambulatorio ospedaliero, l’istituzione di un servizio di pediatria territoriale sul modello di quello della Asl Bitonto sarà obbligatorio. Non possiamo perdere l’ambulatorio senza una valida alternativa, altrimenti la nostra protesta inseme a quella delle famiglie si farà sentire. Non è ammissibile sottrarre protezione sociale ai bambini e alle bambine della nostra città e di quella di Giovinazzo”. “Va tenuta debitamente in conto la produttività dei nostri reparti – aggiunge l’assessore alla salute Bepi Maralfa – a questo fine l’assessorato ha avviato negli scorsi giorni e continuerà a censire i dati di produttività del nostro ospedale per dimostrare carte alla mano che la migrazione dei servizi verso l’ospedale San Paolo si può evitare”.
“Certamente – conclude il Sindaco – il DM 70/2015 del governo Renzi ha posto dei paletti imponendo alle regioni di fare scelte che rischiano di incidere in modo pesante sull’erogazione dei servizi. Stamattina abbiamo ricordato che la sfida per futuro del nostro territorio è quella di un grande ospedale di I° livello tra Molfetta e Bisceglie, partita che abbiamo il dovere di riaprire subito e a questo punto anche con maggior forza, ma non possiamo assistere in nome di una progettualità per altro ancora non finanziata allo smantellamento dei servizi. Ci aspettiamo che il presidente Emiliano nelle prossime ore riesca a tener conto del nostro Comune, il secondo della città metropolitana dopo Altamura e il nono Comune di Puglia”.
Molfetta, 27 febbraio 2015