Le parole del vice sindaco Pietro Uva nel ricordare il 18esimo anniversario
dell’assassinio del sindaco Gianni Carnicella
«Diciotto anni dopo il barbaro assassinio di un grande sindaco voglio cogliere le parole di don Tonino Bello quando, nel 1992, salutava Gianni Carnicella ricordando che egli aveva portato nella cosa pubblica l’obbligo e il dovere di rispettare le leggi prima di ogni altra cosa. Proprio in nome di questo principio elementare di legalità, il sindaco Carnicella su queste scalinate ha lasciato la vita». Con queste parole il vice sindaco, Pietro Uva, oggi ha ricordato la figura di Gianni Carnicella, il sindaco di Molfetta che il 7 luglio del 1992 veniva brutalmente assassinato sul sagrato della chiesa di San Bernardino a due passi da Palazzo di Città.
Durante la preghiera tenuta in tarda mattinata da don Pino Magarelli, proprio nella via dove 18 anni fa avvenne il tragico fatto di sangue e che oggi porta il nome di Carnicella, di fronte alla famiglia del sindaco assassinato nel 1992, ai dipendenti del Comune e ai rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, il vice sindaco ha ricordato inoltre che amministrare significa servire lo Stato «e lo Stato si concretamente come sta facendo in questi giorni il senatore Antonio Azzollini in Parlamento e come l’ha servito Gianni nel momento in cui ha antesposto il rispetto della legge alla sua stessa vita. Non siamo qui solo per ricordare, ma per cogliere un monito che deve rimanere per sempre una via maestra per tutti: quel sacrificio deve imporre ai politici l’obbligo di abbassare i toni perché nel momento in cui prevalgono gli interessi di parte si offende la memoria di Gianni Carnicella.»
«Quel sacrificio dobbiamo ricordarlo e portare con noi sempre», ha concluso Pietro Uva, «perché attraverso quel sacrificio Molfetta ha assunto maggiore consapevolezza in certi valori e ha trovato la forza per riprendere un cammino sulla strada dello sviluppo pacifico.»
Infine, un saluto a nome di tutta la città alla famiglia Carnicella: «Molfetta nel 1992 perse un grande sindaco, ma loro hanno perso un marito, un padre, un familiare. Quel sacrificio loro lo vivono ogni giorno. Per questo a nome dell’intera città, che oggi simbolicamente si ferma dinanzi a queste scale, diciamo loro grazie.»
Palazzo di Città, 7 luglio 2010
Ufficio Stampa Comune di Molfetta