Quattro riunioni tecniche concluse senza nessun accordo sulla nuova perimetrazione
del rischio idraulico relativa al territorio molfettese
«Un’esperienza tra le meno felici che io abbia mai vissuto nella mia non certo breve attività di difensore.» Vincenzo Caputi Jambrenghi, docente universitario e avvocato consulente del Comune di Molfetta, definisce così l’esito negativo del “tavolo tecnico” tra Comune di Molfetta e Autorità di Bacino dal quale sarebbe dovuta uscire la nuova perimetrazione del rischio idraulico del territorio molfettese. Non sono serviti a nulla, infatti, quattro riunioni tecniche e decine di ore di riunione per arrivare a un accordo così come suggerito dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma.
Con una ordinanza emessa a maggio scorso, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma aveva infatti accolto la richiesta (avanzata dal Comune di Molfetta) di riaprire l’istruttoria sull’attuale perimetrazione prendendo atto dello studio scientifico realizzato dal professor Orazio Giustolisi, già preside della Seconda Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari, specialista noto a livello europeo nella tematica del rischio idrogeologico, consulente del Comune di Molfetta. Tuttavia, «nell’ultima riunione del Tavolo tecnico – spiega Jambrenghi in una relazione consegnata al sindaco di Molfetta Antonio Azzollini – l’Autorità di Bacino ha risposto che mai avrebbe preso in considerazione lo studio del prof. Giustolisi per controllarne congiuntamente i dati di partenza, il percorso logico-scientifico e i singoli calcoli. (…) Di fronte a una risposta così netta, che svelava la forte volontà dell’Autorità di non ripiegarsi per alcuna ragione sul lavoro pur faticoso e prezioso per la ricerca della verità di uno specialista, la delegazione comunale ha abbandonato il Tavolo simbolicamente cinque minuti prima che esso fosse dichiarato chiuso.»
Delusione e sconcerto anche da parte del vice sindaco Pietro Uva: «Ci siamo scontrati per l’ennesima volta contro il muro del “prendere o lasciare”, una logica per noi inaccettabile. Così facendo, l’Autorità di Bacino ha disatteso le indicazioni del giudice del Tribunale Superiore delle Acque sbattendo la porta contro ogni possibilità di dialogo costruttivo. Non ci rimane altro che registrare la mancanza di qualunque forma di collaborazione – conclude il vice sindaco Uva – da parte di un ente regionale che dovrebbe invece essere istituzionalmente deputato al dialogo con i singoli enti territoriali.» Il prossimo 21 luglio le parti si ritroveranno nuovamente dinanzi al giudice del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma chiamato questa volta ad esprimersi nel merito della controversia.
(in allegato: breve relazione consuntiva che l’avvocato Vincenzo Caputi Jambrenghi ha consegnato al Comune di Molfetta)
Palazzo di Città, 14 luglio 2010
Ufficio Stampa Comune di Molfetta