Caro Presidente, cari Consiglieri,
sento l’esigenza di informare il Consiglio comunale e la città della complessa situazione che interessa la società Molfetta Multiservizi s.p.a, di cui il Comune è socio di maggioranza, detenendo una quota del 51% della stessa. La società venne costituita il 21 marzo del 1997, ai sensi della art. 4 comma 6 legge 95 del 29 marzo del 1995, con capitale sociale di 1 miliardo di vecchie lire, sottoscritto per 490 milioni dalla Gepi spa e per 510 milioni dal Comune di Molfetta.
L’oggetto sociale consiste nella gestione di pubblici servizi municipali: manutenzione verde, strade, impianti semaforici, segnaletica, impianti elettrici, gestione parcheggi, gestione canile, pulizia di edifici pubblici, illuminazione.
Nella titolarità della quota di minoranza subentrò la Camassa s.p.a. e quindi la Camassa Ambiente s.p.a. che il 17 novembre del 2008 cedette la quota al Comune con delibera di acquisizione del Consiglio Comunale n. 43 del 3 settembre 2008.
Con determina dirigenziale del 8 marzo del 2011 viene bandita la gara per la cessione della quota a socio idoneo. Questa gara come fu denunciato al tempo in quest’aula da un ordine del giorno dell’allora minoranza, conteneva una patologia. Era assente la “clausola di way out”. Non erano dunque stabilite le modalità e le condizioni di uscita del socio all’esaurimento dell’affidamento dei servizi, un affidamento di tre anni.
Vince la gara la società Sceap di Andria con il 31,57% in aumento sul prezzo base di 380.000 euro. Offre quindi un corrispettivo di circa 500.000 euro. Il 12 settembre del 2011 viene erogato l’atto di vendita delle azioni e formalizzato l’ingresso della società Sceap srl nel capitale sociale della Multiservizi. Il 26 settembre 2011 vengono stipulati i patti parasociali che – oltre a disciplinare i rapporti di governance- prevedono l’affidamento dei contratti degli appalti già stipulati, con scadenza al 21 dicembre 2014. In quella gara vi era anche il famoso appalto strade, su cui molto si è detto al tempo in questo Consiglio Comunale e su cui non mi soffermo.
Restiamo ai rapporti tra il Comune e il Socio privato. Il bando per la cessione delle quote espone il Comune a una compartecipazione con il partner privato indeterminata nel tempo e svincolata dai servizi da affidare, evidente anomalia. Noi arriviamo due anni e tre mesi dopo quel bando al governo della città, oltre ogni ragionevole tempistica per tornare indietro, ad esempio annullando in autotutela. Abbiamo ereditato quindi contratti con scadenza e socio “senza scadenza”. Per rifare una nuova gara a doppio oggetto è dunque necessario riprendere le quote del socio privato.
Per fare questo e salvaguardare i 61 posti di lavoro abbiamo fatto una prima proroga ai contratti con delibera di giunta del dicembre 2014, una proroga di sei mesi. Dalla primavera 2015 abbiamo avviato una trattativa con il socio privato relativa a una transazione che potesse restituirci le quote per espletare la nuova gara e affidare i servizi in piena legittimità. Le trattative si sono avviate nell’aprile del 2015.
A scadenza della prima proroga, a giugno 2015, per senso di responsabilità, per assicurare alla città i servizi essenziali e i posti di lavoro, la giunta comunale ha fatto una seconda proroga ribadendo l’intenzione della gara a doppio oggetto e manifestando le trattative in corso per riacquisire la quota. Purtroppo la trattativa nei mesi non ha dato esiti positivi. Il 12 ottobre è stata convocata una assemblea ordinaria e il socio privato non si è presentato. L’assemblea è stata sospesa e ripresa il 20 ottobre. Anche in questa occasione il socio non si è presentato. Essendo impossibilitati dalla legge a effettuare dal 1 gennaio una terza proroga in presenza di una società così costituita, nell’assemblea ordinaria del 20 ottobre come socio di maggioranza ho dovuto mettere a verbale la convocazione di una assemblea straordinaria nella quale in assenza di una transazione che ci restituisca la quota vi è l’unica possibilità di legge di mettere in liquidazione la società.
Nelle ore successive all’assemblea ordinaria del 20 ottobre, ho ricevuto le RSA aziendali e i sindacati prima territoriali e poi confederali, per informarli della gravità della situazione. Nel frattempo ho dato impulso al nostro legale incaricato, avv. Giacomo Salvemini, di proseguire nella trattativa circa la transazione, dando disponibilità al socio privato al pagamento di un acconto di 50 mila euro della transazione complessiva, già in questa annualità. Purtroppo pur confidando nell’assoluto senso di responsabilità del socio privato, alcune ore fa il suo legale avv. Saverio Sticchi Damiani ha comunicato al legale dell’ente l’indisponibilità rispetto alla nostra proposta di transazione.
Alla luce di questo ieri pomeriggio, di concerto con le rappresentanze sindacali, ho inviato un telegramma al Prefetto di Bari, Sua Eccellenza Pagano, chiedendo di instaurare in sede di prefettura un tavolo di conciliazione tra noi e il socio privato, con il coinvolgimento dei sindacati, poiché ritengo assolutamente indispensabile che questa transazione che può riportare nella disponibilità del comune le quote da mettere a gara, vada assolutamente portata a termine. Sono certa che la responsabilità del socio privato nelle prossime ore potrà portarci a una positiva risoluzione di questa situazione rispetto alla quale come Comune non abbiamo la piena disponibilità all’azione.
Lunedì alle ore 14 è stata convocata una assemblea con tutti i lavoratori della Molfetta Multiservizi e oggi mi sembrava necessario informare questo consiglio e la città di quanto sta accadendo.
Laddove la transazione non dovesse essere accettata, soluzione che auspico non determinarsi, dovremmo tornare in Consiglio Comunale per deliberare ogni ulteriore decisione prima della assemblea straordinaria della Molfetta Multiservizi.
Data la assoluta necessità dei servizi strumentali che sono ogni giorno sotto gli occhi di tutti e dell’impatto sociale che 61 eventuali interruzioni di rapporti di lavoro provocherebbe la mancata transazione è evidente intenzione dell’Amministrazione comunale, di concerto con i sindacati confederali, tutelare tutti i posti di lavoro dal primo all’ultimo, agli stessi livelli, immaginando immediatamente in caso di transazione negativa la costituzione di una nuova società. Soluzione che auspico essere l’ultima delle soluzioni possibili, poiché potrebbe comportare una temporanea interruzione dei servizi e dei contratti di lavoro. Soluzione che sono certa che il socio privato vorrà scongiurare mettendo in campo la sua disponibilità nelle prossime ore.
Il sindaco
Paola NATALICCHIO