Nota stampa del sindaco Natalicchio sui rimborsi spese comunali

StampaPubblico ogni dettaglio delle trasferte svolte in questi due anni nelle mie funzioni di Sindaco: 20 in tutto (5 nel 2014 e 15 nel 2015). Quando ho preso un aereo, un treno, un taxi o un autobus è stato sempre e solo per ragioni di lavoro e per promuovere la nostra città.
A Roma sono stata in missione per 8 volte, spesso per i problemi legati al Porto o per incontri presso alcuni ministeri o ancora per il concorso sul waterfront. Ho una casa nella capitale e quindi non ho mai pagato le spese di alloggio, solo una volta ho messo a rimborso un pasto da 30 euro. Anche in alcune trasferte milanesi sono stata ospite a casa di amici: 4 volte su 9 il Comune non ha dovuto rimborsare nessun albergo.
I miei pranzi, solitamente, si svolgono davanti al bancone di un bar: panino, bibita e di nuovo a lavorare. Ci sono scontrini da meno di 5 euro e la media al giorno per i pasti è di circa 10 euro. In 11 trasferte, per la verità, non ho messo a rimborso alcun pasto.
Non ho mai portato a casa panettoni per la mia famiglia, né giocattoli per mio figlio come qualcuno beceramente vuole far credere. I panettoni su cui si sta scatenando la macchina del fango sono stati una donazione dell’Assessorato al Welfare alla associazione di dipendenti in occasione di una partita di calcio. I giocattoli di cui si è vergognosamente scritto e detto sono stati una donazione all’Università Popolare Molfettese in occasione della Befana di un anno fa. Donazione rivolta poi ai bambini con bisogno. I pranzi o le occasioni ricreative organizzate ogni anno con i dipendenti li abbiamo sempre pagati di tasca nostra, offerti da dirigenti e assessori. C’è un solo buffet, di modesto importo, rivolto a tutti i dipendenti il primo Natale del nostro insediamento che è stato messo a rimborso spese: è costato un euro a dipendente, cioè 250 euro in tutto.
Io non ho autista e uso la mia macchina personale per gli spostamenti, anche quando vado a Bari in Prefettura o alle assemblee della ATO rifiuti: non ho mai chiesto un rimborso per la benzina, né un pass per l’auto. Pago regolarmente il parcheggio, compro i grattini, anzi ormai uso i parcometri.
Non accetto regali natalizi legati alle mie funzioni di Sindaco: quelli che arrivano vanno in beneficenza alla Caritas o alla mensa della parrocchia San Domenico. Non accetto biglietti per il circo e per le giostre (li dono ogni anno a due associazioni: Girotondo e Famiglia Dovuta). Non accetto biglietti per i concerti musicali. Al concerto di Giorgia ero in ultima fila, dopo aver pagato il biglietto. Al concerto di Manu Chao non sono nemmeno andata, impegnata in una riunione politica concomitante.
Posso accettare ogni tipo di critica al mio operato politico, che riguardi l’attuazione del programma o le scelte fatte in questi due anni e mezzo. Rispedisco al mittente, però, ogni illazione sui rimborsi e ogni insinuazione che allude a un mio arricchimento personale, all’accumulo di presunti privilegi o utilità, all’uso improprio dei soldi pubblici.
Sono colpita dalla conferenza stampa convocata da un consigliere comunale di opposizione che è stato amministratore prima di me e le cui spese di missione sono altrettanto testimoniate da atti e determine dirigenziali. Io in 20 trasferte e in due anni e mezzo ho speso 5.000 euro in tutto. Ci sono determine dirigenziali che riguardano l’ex assessore ai Lavori Pubblici della giunta Azzollini e le sue trasferte che alla stessa cifra coprono un paio di notti fuori città: due notti a Milano nel 2010 con 2.800 euro di spese di viaggio, vitto e alloggio per due persone oppure un corso di formazione a Barletta da 1.100 euro sul tema assai vago del “conciliatore professionista”, non proprio pertinente all’assessorato ai Lavori Pubblici e peraltro pagato usando un capitolo per la formazione di Segretario generale e dirigenti. A 4.400 euro è stata arredata in modo sontuoso e con inutili sprechi (poltrone firmate e lampade di design) la stanza assessorile, peraltro usando capitoli di bilancio legati agli oneri di urbanizzazione. L’unico mobile comprato per arredare la mia stanza di Sindaco è costato meno di 500 euro.
Potrei continuare a raccontare le carte che abbiamo trovato sulle “rimborsopoli” – quelle vere – degli amministratori che ci hanno preceduto. Ma non vogliamo scendere allo stesso livello: la città ha voltato pagina da tempo. Consiglio ai diffamatori di professione di tornare alla politica e smettere di rovistare in cerca di qualche scoop immaginario. La città non ha bisogno di questi teatrini, ma di una classe politica credibile che sappia lavorare sui problemi di tutti i giorni. Se a qualche cittadino restano ancora dubbi sulle nostre trasferte e sui nostri acquisti, l’Economo comunale è a disposizione per ogni chiarimento. A scanso di equivoci a partire dal 1 gennaio 2016 pubblicherò sul nostro sito ogni rendicontazione nel minimo dettaglio dei miei viaggi di lavoro”.

Paola Natalicchio

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