Il dovere delle città è quello di costruire ambienti favorevoli alla salute

“Far parte della Rete città sane OMS non è un bollino. Non ci appassiona l’etichetta dei comuni virtuosi, non pensiamo che per costruire una città sana basti un meeting o un manifesto, il nostro obiettivo come amministratori è quello di fare concretamente qualcosa insieme ai cittadini per migliorare la nostra comunità”. Con queste parole il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio ha aperto il 12^ Meeting nazionale della Rete città sane OMS, organizzato a Molfetta sul tema della “Resilienza delle comunità”.

Alla due giorni di lavori nelle ampie sale del museo diocesano stanno partecipando amministratori, tecnici, medici da tutta Italia, tra cui il sindaco di Barletta Pasquale Cascella, di Udine Fulvio Honsell, di Acquaviva Davide Carlucci, l’assessore regionale alla protezione civile Guglielmo Minervini interrogandosi sulla creazione di ambienti favorevoli alla salute.
“Questa che ospitiamo a Molfetta – ha continuato – è una grande iniziativa di riflessione sui beni comuni. La comunità tutta deve aprirsi a nuovi ragionamenti condivisi sui consumi, sulla qualità dell’ambiente, sulla sostenibilità energetica, sul consumo di suolo, nell’ottica dell’adattamento alle condizioni avverse, ma soprattutto della prevenzione e del cambiamento, con lo scopo di costruire percorsi solidi di promozione della salute urbana”.

Ha fatto pervenire il suo saluto anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin. “Occorre – ha scritto – mettere in rete le buone pratiche per promuovere la salute nelle città, incentivare lo scambio tra le esperienze virtuose sul territorio nazionale, coinvolgere gli amministratori dei Comuni, promuovere forme di cittadinanza attiva e partecipata che hanno caratterizzato importanti vertenze di tipo ambientale, alimentare e della salute. Le difficoltà legate alla crisi economica pongono oggi a noi tutti la necessità di riflettere sull’utilizzo delle limitate risorse, della natura pubblica del servizio sanitario nazionale, dell’attivazione di virtuose politiche di walfare”.

Tema di cui ha parlato con toni diversi anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: “Non possiamo vedere la lesione dei diritti sociali, lo smontaggio del welfare e rimanere inerti, non possiamo vedere crescere la povertà che invade i nostri quartieri, l’inquilino che occupa il pianerottolo di tante case, anche del ceto medio e rimanere inoperosi. In Puglia abbiamo dovuto fare cure emergenziali alla rete ospedaliera, siamo stati più volte in una condizione di preinfarto. Abbiamo dovuto fare i conti con il blocco del turn over e non abbiamo radiologi, cardiologi, anestesisti ma abbiamo messo in campo la più grande azione di abbattimento delle liste d’attesa con visite anche serali.

Ma ricordiamoci che la salute si cura quando è malata nella rete ospedaliera, ma non si produce nella rete ospedaliera. La salute si produce in quelle città capaci di organizzare la vita per gli anziani, di ascoltare la voce dei bambini, di organizzare esperienze di socialità per tutti. Questa è salute, la buona vita”.

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