Itinerario Barocco

LA CATTEDRALE (13). La chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, nuova cattedrale della città dal 1785, nasce nel XVII secolo come chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, annessa al Collegio dei Gesuiti, costruito in città e attivo sino al 1767, anno di soppressione dell’ordine. Della chiesa militante della Controriforma ha le caratteristiche di grandiosità e le decorazioni a stucco che ne esaltano i dati strutturali ed architettonici: i capitelli compositi, i festoni, i putti, i cartigli e gli elementi vegetali e floreali. I lavori di ampliamento e di adattamento della struttura preesistente furono compiuti nella seconda metà del XVIII secolo sotto la direzione dell’architetto barese Giuseppe Gimma. Intervennero il monopolitano Michele Cattedra e i lombardi fratelli Tabacco, che negli stucchi dell’abside rappresentarono l’Assunzione della Vergine. Le sei cappelle che si aprono ai lati della grande navata centrale, di patronato di nobili famiglie locali, sono arricchite da pregevoli opere realizzate da rinomati artisti di ambito napoletano. Tra queste spiccano le due grandi tele che trovano collocazione nei cappelloni ai piedi del presbiterio: l’Assunta del molfettese Corrado Giaquinto (1747) e l’Addolorata del partenopeo Fedele Fischetti (1778). La volta a botte è decorata con tempere di Michele Romano (1842- 1936).

CHIESA DI SAN BERNARDINO DA SIENA (19). Sul nucleo originario quattrocentesco della chiesa si innestarono gli ampliamenti cinquecenteschi; l’edificio era completo nel 1585 con la facciata e il piccolo campanile a vela. Annesso è l’antico chiostro, facente parte del convento quattrocentesco dei frati “Zoccolanti” sede oggi di uffici comunali. L’interno conserva, nelle cappelle di patronato delle antiche famiglie della ricca borghesia molfettese, Lepore, Gadaleta, Passari, Nesta, de Luca e altre, ricchi arredi e notevoli tele. Particolare attenzione meritano: la copia della trafugata Madonna del cucito di F. Cozza (1605-1682), nella cappella della famiglia Passari; la Natività (1596) di Gaspar Hovic, fiammingo naturalizzato pugliese, nella cappella Gadaleta; la Madonna del soccorso (1597) di Andrea Bordone, nella cappella de Luca; sulla parete di fondo del coro l’Immacolata con i Santi Francesco, Bernardino, Bonaventura e Ludovico di Tolosa (seconda metà del XVIII sec.).

CHIESA DEL PURGATORIO (14). La Chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti, fondata nel 1643, è da sempre conosciuta con la denominazione popolare di Chiesa del Purgatorio. La facciata in stile tardo rinascimentale vede nell’ordine inferiore quattro nicchie con statue di Santo Stefano, San Pietro apostolo, San Paolo e San Lorenzo, mentre più in alto sono collocate le statue di San Gioacchino e Sant’Anna. All’interno all’originario disegno costruttivo seicentesco si sovrappongono gli stucchi settecenteschi dell’artista monopolitano Michele Cattedra. La tela che rappresenta l’Addolorata è opera del giaquintesco Vito Calò. La Chiesa, sede dell’Arciconfraternita della Morte dal 1738, custodisce le statue processionali del Sabato Santo, opere del celebre artista molfettese Giulio Cozzoli.

IL MUSEO DIOCESANO (15). Il Museo è allestito negli eleganti ambienti del seicentesco Collegio dei Gesuiti. Il percorso museale si sviluppa a partire dalla sezione archeologica. Segue la galleria dei paramenti liturgici che rivelano l’evolversi della manifattura tessile dal XVII al XIX secolo; il lapidarium custodisce frammenti provenienti dall’antico Duomo; due sale ospitano le antiche statue della Settimana Santa molfettese ed una raccolta di reliquiari risalenti al Seicento. Al primo piano s’impone la monumentale Biblioteca del Seminario Vescovile che custodisce manoscritti, incunaboli, cinquecentine ed alcuni testi a stampa risalenti al ‘600 e ‘700. Il percorso della Pinacoteca si sviluppa a partire dall’antica pala d’altare attribuita al Cardisco e si dipana tra le opere d’influenza napoletana, con particolare riferimento alla lezione caravaggesca, rappresentata da artisti raffinatissimi quali Bernardo Cavallino, per giungere ai dipinti del celebre esponente del barocco internazionale, Corrado Giaquinto e dei suoi allievi. L’esposizione termina al secondo piano con la Sala del Tesoro che raccoglie preziosi arredi sacri ed una raccolta d’arte contemporanea.

CHIESA DI SANTO STEFANO (16). Ricostruita e ampliata nel XVI secolo, sul duecentesco nucleo originario, la chiesetta, sede della arciconfraternita di S. Stefano o del Sacco Rosso, si caratterizza per le due cupole in asse e il rivestimento maiolicato del piccolo campanile. All’interno sono custodite le cinque belle statue lignee cinquecentesche, di scuola veneziana, della Passione di Cristo, che sono condotte in processione il venerdì santo e le tele: Madonna dei Martiri con i santi Liborio e Irene e San Marco Evangelista di N.Porta, allievo di Corrado Giaquinto, la Madonna del Carmine con l’Arcangelo Raffaele e Tobia di Corrado Giaquinto.

CHIESA DI SAN DOMENICO (23). L’intero complesso, costituito dalla chiesa e dall’annesso convento, fu edificato a partire dal 1636 e dedicato a San Domenico di Soriano. Sulla facciata, in due nicchie rettangolari, le statue di Santa Maria Maddalena (a sinistra) e Santa Caterina d’Alessandria (a destra), spesso oggetto di culto nelle chiese domenicane. Le statue in legno delle stesse Sante sono sull’altare maggiore. L’interno della chiesa è ornato da cornici in gesso, capitelli, putti ed eleganti decorazioni a stucco, che incorniciano importanti opere pittoriche: la Madonna del Rosario nell’omonima cappella, opera di Corrado Giaquinto, le grandi tele con scene dell’Antico Testamento nel presbiterio, e gli affreschi tardo-settecenteschi della volta, opera di Nicola Porta. Di fattura notevole sono due opere lignee in stile barocco: il pergamo, realizzato da un intagliatore napoletano, nelle tonalità del nero e dell’oro, con le rappresentazioni della Madonna del Rosario e Santi; la cantoria, giocata sullo stesso cromatismo seicentesco, con nove pannelli nella balconata, tutti decorati con testine d’angelo alate, ospita l’organo appartenuto ai Gesuiti e costruito da Petrus de Simone.

THE CATHEDRAL (13). The church dedicated to Santa Maria Assunta [St. Mary’s Assumption], the new cathedral of the town since 1785, was originally built in the seventeenth century as the chiesa di Sant’ Ignazio di Loyola [church of Saint Ignatius of Loyola], adjacent to the Jesuit College that was built in the town and remained active until 1767, when the order was suppressed. It has the typical features of the Counter-Reformation militant church, with characteristics of grandeur and stucco decorations that enhance its structural and architectural aspects: the composite capitals, festoons, putti, cartouches and vegetal and floral elements. The extension and adaptation works on the existing structure were carried out ​​in the second half of the eighteenth century under the direction of architect Giuseppe Gimma from Bari. Michele Cattedra from Monopoli and Tobacco brothers from Lombardy also intervened to depict the Assumption of the Virgin in the stuccos of the apse. The six chapels that are on the sides of the large central nave, under the patronage of some local noble families, are enriched by valuable works made by renowned artists of Neapolitan school. Among these there are two large paintings located in the large chapels below the presbitery: the Assunta [Assumption] by Corrado Giaquinto (1747) from Molfetta and the Addolorata [Our Lady of Sorrows] by Fedele Fischetti (1778) from Naples. The barrel vault is decorated with temperas by Michele Romano (1842-1936).CHURCH OF SAINT BERNARDINO OF SIENA (19). The sixteenth-century extensions were carried out on the original fifteenth-century church; the building was completed in 1585 with the facade and the small bell gable. The ancient cloister is adjacent, as a part of the fifteenth-century convent of the “Zoccolanti” Friars which is today the seat of some municipal offices. The interior preserves, in the chapels under the patronage of the ancient families of the rich bourgeoisie of Molfetta, Lepore, Gadaleta, Passari, Nesta, de Luca and others, some rich furnishings and remarkable canvases. A special attention is deserved by: the copy of the stolen Madonna del cucito [Our Lady of sewing] by F. Cozza (1605-1682), in the chapel of the Passari family; The Natività [Nativity] (1596) by Gaspar Hovic, a Flemish who became a naturalized citizen of Apulia, in the Gadaleta chapel; the Madonna del soccorso [Our Lady of Help] (1597) by Andrea Bordone, in the de Luca chapel; on the background wall of choir the Immacolata con i Santi Francesco,Bernardino, Bonaventura e Ludovico di Tolosa [Immaculate Conception with Saints Francis, Bernardino, Bonaventure and Louis of Toulouse] (second half of the eighteenth century).
CHURCH OF PURGATORY (14). The Chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti [Church of St. Mary the Consoler of the Afflicted], founded in 1643, has always been known with the popular name of the Church of Purgatory. The late Renaissance facade has, on the lower side, four niches with statues of St. Stephen, St. Peter the Apostle, St. Paul and St. Lawrence, while higher up there are the statues of St. Joachim and St. Anne. Inside the original seventeenth-century constructive drawing are overlapped by the eighteenth-century stuccos by artist Michele Cattedra from Monopoli. The canvas that represents the Lady of Sorrows is the work of Vito Calò, a painter of Giaquinto school. The Church, which has been home of the Arciconfraternita della Morte [Archconfraternity of Death] since 1738, preserves the processional statues of Holy Saturday, the works by the famous artist from Molfetta, Giulio Cozzoli.

THE DIOCESAN MUSEUM (15). The Museum is housed in the elegant rooms of the seventeenth-century Jesuit College. The museum path develops from the archaeological section. Then there is the gallery of liturgical vestments that reveal the evolution of textile manufacture from the seventeenth to the nineteenth century; the lapidarium contains some fragments from the ancient Duomo; two halls house the ancient statues of Molfetta’s Holy Week and a collection of relics dating back to the seventeenth century. On the first floor there is the monumental Library of the Episcopal Seminary which preserves manuscripts, incunabula and sixteenth-century books and some printed texts dating back to the seventeenth and eighteenth centuries. The path of the Art Gallery develops from the ancient altarpiece attributed to Cardisco and unfolds to the works of Neapolitan influence, with particular reference to the Caravaggio lesson, represented by refined artists such as Bernardo Cavallino to reach the paintings of the famous exponent of international Baroque Corrado Giaquinto and his students. The exhibition ends on the second floor with the Room of the Treasury that collects precious religious objects and a collection of contemporary art.CHURCH OF SAINT STEPHEN (16). It was rebuilt and enlarged in the seventeenth century, on the thirteenth-century original nucleus, the small church, home of the Arciconfraternita di S. Stefano o del Sacco Rosso [Archconfraternity of Saint Stephen or of Red Sack], is characterized by the two aligned domes and the majolica lining of the small bell tower. Inside there are the five beautiful wooden sixteenth-century statues of Venetian school, of the Passion of Christ, which are carried in procession on Good Friday, and the paintings: Madonna dei Martiri con i santi Liborio e Irene [Our Lady of Martyrs with saints Liborius and Irene] and San Marco Evangelista [St. Mark the Evangelist] by N. Porta, a pupil of C. Giaquinto. Other important works are a statue of Saint Stephen by Giulio Cozzoli, a stone statue of Michael the Archangel and the painting of the Madonna del Carmine con l’Arcangelo Raffaele e Tobia [Madonna of Carmine with Raphael the Archangel and Tobias] by Corrado Giaquinto.CHURCH OF SANINT DOMINIC (23). The whole complex, made up of the church and the adjacent convent, was built starting from 1636 and dedicated to St. Dominic of Soriano. On the facade, in two rectangular niches, there are the statues of St. Mary Magdalene (left) and St. Catherine of Alexandria (right), who are often the object of worship in the Dominican churches. The wooden statues of the same saints are located on the high altar. The interior of the church is decorated with plaster cornices, capitals, putti and elegant stucco decorations, which frame some important paintings: La Madonna del Rosario [The Madonna of the Rosary] in the chapel of the same name, work by Corrado Giaquinto, the large canvases and the scenes from the Old Testament in the presbitery, and the late eighteenth-century frescoes of the vault, by Nicola Porta. There are two notable Baroque wooden works: the pulpit, made by a carver from Naples, in black and gold shades, with depictions of Our Lady of the Rosary and Saints; the choir, played on the same seventeenth-century chromatism, with nine panels in the balcony, all decorated with winged angel heads, houses the organ which belonged to the Jesuits and built by Petrus de Simone.

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